Dieta dissociataMangiare tenendo conto dei diversi processi digestivi Assieme ad Howard Hay, il dottor
Herbert Sheltonpuò giustamente considerarsi il papà di tutte le diete dissociate, che
prevedono cioè un sapiente accostamento di alimenti. Come, per esempio,
carne e latticini, uova e frutta, pasta e banane, riso e un dolce.
Questo in considerazione dei diversi processi digestivi necessari
all’organismo a metabolizzare i singoli alimenti. Combinazioni infelici
sarebbero la causa di rallentamenti nei processi di digestivi, ma anche
di soprappeso e di problemi nell’assimilazione dell’uno o dell’altro
principio alimentare.
La prima ‘dissociata’
risale al 1911. Cinque, secondo Hay e Shelton, le sue
regole base:
non abbinare carboidrati con proteine e frutti acidi nello lo stesso
pasto; abbondare con verdura, insalata e frutta; limitare proteine,
amidi e grassi; evitare alimenti raffinati (cibi a base di farina
bianca, zucchero e margarina); fare intercorrere almeno quattro ore tra
un pasto e l’altro.
Il motivo di tanta cautela a tavola è di
natura chimica:
per essere digerite e assimilate correttamente, le proteine hanno
bisogno di un ambiente acido, contrariamente ai carboidrati, che
necessitano di un ambiente alcalino. Quindi, se grandi quantità di
carboidrati e di proteine sono miscelati nello stesso pasto, avremo un
ambiente troppo acido per la riduzione degli amidi e troppo poco acido
per una buona digestione delle proteine.
In libreria: “Dieta dissociata. Come dimagrire imparando ad
abbinare gli alimenti in modo corretto” di Sonja Carlosson (L’airone
Editrice)